1 dicembre giornata mondiale contro l'AIDS
Nonostante i risultati ottenuti nella conoscenza e nel trattamento, l'Aids costituisce ancora un serio problema soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, ma anche in Europa. Nel 2004 è stato registrato il più alto numero di sieropositivi nel mondo, con 39.4 milioni di persone colpite, delle quali 4.9 milioni infettate nell’ultimo anno. Nello stesso periodo sono stati registrati 3.1 milioni di decessi. L’Africa subsahariana resta la zona più grandemente colpita, con oltre il 64% di casi di sieropositivi. Un significativo aumento dei casi è stato registrato in tutte le parti del mondo, con picchi massimi in Asia e nell’Europa orientale e, per la prima volta, il numero delle donne sieropositive si è avvicinato al 50% del totale.
La preoccupante diffusione dell’infezione nelle donne è dovuta alla maggiore probabilità di contrarre il virus rispetto ai loro partners di sesso maschile, ad una scarsa informazione sul problema, ad un limitato accesso ai servizi per la prevenzione, all'incapacità di ottenere sesso sicuro dai partners ed alla mancanza di metodi per la prevenzione dell'HIV che possano controllare loro stesse. Il numero di bambini sieropositivi è stimato di 2.2 milioni; almeno 640 mila si sarebbero infettati nell’ultimo anno, soprattutto per contagio dalla madre al momento del parto.
In Italia si stima vi siano circa 120 mila soggetti con infezione da HIV ed i casi notificati di Aids alla fine del 2003 sono stati 52.836. Il nuovo malato di Aids ha circa quaranta anni, nel 40% dei casi è eterosessuale, nel 20% omo-bisessuale e, solo nel 35% dei casi tossicodipendente. Uno italiano su due scopre di essere malato di AIDS quando effettua il test per la prima volta. Nel 1996 la media era di una persona ogni cinque. In altre parole, chi oggi scopre di essere sieropositivo ha contratto l’infezione a causa di rapporti sessuali a rischio, ha un’età maggiore rispetto a quelli che si ammalavano anni fa e che spesso avevano contratto il virus attraverso una siringa infetta, non si rende conto di essere stato a rischio ed effettua il test quando già è ammalato. Secondo una indagine condotta in Lombardia, il dato preoccupante è che più del 78% dei giovani tra i 15 ed i 35 anni sa come avviene il contagio del virus HIV, ma ben l’80% di loro non ne tiene conto.
A Reggio Emilia, dal 1987 ad oggi sono stati seguiti presso l’U.O. di Malattie Infettive dell’Arcispedale S. Maria Nuova, 1949 soggetti con infezione da HIV, in prevalenza maschi. Dal 1987 ad oggi, i contagi per via endovenosa sono passati dal 83% al 67,1%, quelli per via eterosessuale sono aumentati dal 4% al 20%. Ogni anno, vengono riscontrati circa 60 nuovi casi di infezione, il 50% acquisita per via eterosessuale. Come a dire che i tossicodipendenti hanno imparato a difendersi e a prevenire, mentre le persone che si consideravano non a rischio si ammalano sempre di più.
Dal 1985 sono stati notificati 480 casi di Aids conclamato, con un trend in netto calo a partire dal 1996, dopo l’introduzione della terapia antiretrovirale di combinazione. Attualmente, sono seguiti in maniera costante circa 800 sieropositivi, 586 (72%) di essi hanno effettuato nel 2004 terapia antiretrovirale di combinazione. I farmaci sono consegnati direttamente al paziente che viene controllato in regime di day service ogni due - tre mesi.