Mayo Clinic di Rochester e Santa Maria Nuova: formazione, scambio di competenze e legami professionali

A seguito della recente visita del Prof Kasperbauer a Reggio Emilia, Davide Giordano, chirurgo otorinolaringoiatra, racconta l'esperienza che ha preso il via nel 2012 

Medici americani - clicca sull'immagine per ingrandirla2 Aprile 2012: dal finestrino di un taxi osservo le vie di Rochester, una cittadina americana nello stato del Minnesota. Un regolare incrociarsi di larghe strade che separano gruppi di palazzi e un vivace via vai di gente. Questa cornice in apparenza un po’ anonima ospita una grande istituzione, la Mayo Clinic. Il Saint Mary’s, fondato nel 1889, rappresenta la più antica tra le strutture ospedaliere presenti oggi in città. Fortemente voluta dal dottor William Worrall Mayo per offrire cure alla popolazione locale, tale struttura è divenuta in breve tempo uno dei centri più autorevoli degli Stati Uniti. Oggi la Mayo Clinic vanta in zona diversi nosocomi e una serie di centri su tutto il territorio statunitense. Tale rete assistenziale esprime non solo uno dei più alti standard di cura nel mondo, grazie a un ingente patrimonio tecnologico e umano, ma incarna una filosofia rimasta immutata fin dai tempi dei Mayo. Mayo Clinic Heath System significa prendersi cura del paziente a tutto tondo, contando sull’apporto che ciascun professionista, di ogni ordine e grado, può dare ai colleghi. 
 
La multidisciplinarietà a Rochester è molto più che “comunione di competenze”, è un senso di appartenenza. Nel corso della mia visita come medico osservatore al Dipartimento di Otorinolaringoiatria della Mayo Clinic, ho conosciuto il professor Jan Lee Kasperbauer, otorinolaringoiatra specializzato nel trattamento delle neoplasie della tiroide che mi ha fatto aperto il suo mondo, fatto di interventi chirurgici, di rapporti umani, di momenti di formazione. Una formazione trasversale, incoraggiata, partecipata, che non si presenta semplicemente come evento ufficiale ma, soprattutto, come incontro informale e riunione di staff. Sono ritornato alla routine sentendomi più a mio agio a “lavorare in gruppo” al Santa Maria, ove la multidisciplinarietà è una realtà già da tempo e riportando quanto appreso sul trattamento delle neoplasie tiroidee. 
  
8 Ottobre 2015: a distanza di tre anni ho rivisto il professor Kasperbauer a Reggio Emilia, accompagnato da un amico e collega, il professor Scott Strome, otorinolaringoiatra dell’Università del Maryland. L’occasione è stata un convegno organizzato dalla nostra unità operativa dal titolo “Update Clinico in Head and Neck Surgery.” Il seminario svoltosi a Palazzo Rocca Saporiti e dedicato ai tumori testa-collo ha rappresentato una sostanziale opportunità di confronto multidisciplinare ed ha coinvolto gli endocrinologi, i medici nucleari, gli anatomo-patologi, gli oncologi e i radioterapisti del nostro ospedale. Occasioni come queste rappresentano un traguardo per la implicita stima professionale che ha determinato la visita a Reggio Emilia di due figure autorevoli e di elevato profilo clinico. Ma rappresentano anche delle tappe verso future opportunità di crescita. Mi piace pensare che questo momento di incontro tra due differenti realtà sia il risultato di un rapporto di collaborazione iniziato il 2 Aprile 2012.